Il Papa voleva andare a Gaza

La confidenza è riportata nell’ultimo paragrafo dell’articolo di Lucio Brunelli pubblicato nel suo blog e nell’edizione dell’Osservatore Romano di martedì 22 aprile (la versione on-line è riservata agli abbonati), il giorno successivo alla morte di Papa Francesco. Rimandiamo all’intero articolo, la testimonianza di un rapporto personale dell’autore con Bergoglio sin da prima che fosse eletto Papa, e riportiamo di seguito la parte finale relativa al desiderio di Francesco di compiere un viaggio a Gaza.

«Il 20 gennaio scorso, già con quella brutta bronchite che provocò il ricovero al Gemelli, mi confidò il desiderio di compiere un viaggio a Gaza, una visita pastorale alla piccola comunità cattolica, con cui era stato sempre in contatto telefonico dall’inizio dei bombardamenti israeliani. L’immagine del Papa, in carrozzina, tra le macerie della guerra sarebbe stata un messaggio potente di vicinanza a tutta la popolazione palestinese. «Sarebbe una buona cosa» scriveva. Aggiungendo: «ne parlerò con la Segreteria di Stato per “sondegiare” la cosa». L’aggravarsi delle condizioni di salute bloccò forse ogni verifica. Un viaggio che sarebbe stato impossibile, probabilmente, in ogni caso, per motivi politici. Ma commuove il pensiero del Papa quasi novantenne, malato, che desiderava essere fisicamente vicino alla popolazione della Striscia di Gaza, come lo era stato con i familiari delle vittime israeliane delle stragi del 7 ottobre e dei rapiti da Hamas. Segno di quella compassione per l’uomo propria di Cristo, di cui Francesco ha domandato al Signore di essere un povero testimone».