Di folli e follie

Nel suo blog Lucio Brunelli racconta il suo incontro con lo scrittore spagnolo Javier Cercas, autore del libro appena uscito Il folle di Dio alla fine del mondo. «Mi aspettavo una chiacchierata di una mezz’oretta» scrive Brunelli. «In realtà il dialogo fu così coinvolgente che, quando ci congedammo con un lungo abbraccio, il sole era già tramontato alle spalle del Cupolone. Mi chiese di poter registrare il colloquio, ma io pensavo che gli servisse solo come base di appunti. Invece poi scoprii (con un certo terrore) che ero diventato uno dei personaggi del suo libro, citato 86 volte».

In un punto della sua nota Brunelli elogia il libro con parole inequivocabili: «Éstupendo e geniale si è rivelata la spericolata intuizione di Ruffini, prefetto del dicastero per la Comunicazione della Santa Sede». Poi anticipa qualcosa della fine: «La pagina che a me ha più commosso è verso la fine del libro (p.402) quando racconta la sua ripartenza da Roma, dopo il viaggio in Oriente. Avevamo cenato insieme a piazza Risorgimento, c’erano anche Fazzini, Ruffini con sua moglie Maria e Tornielli. Avevamo scherzato e discusso di tante cose, in un’atmosfera schietta e fraterna. Scrive Javier: “Mi dico che chissà, che si sono viste cose più strane e che, forse, se avessi avuto un gruppo di amici come quello, sarei ancora cattolico e crederei nella resurrezione della carne e nella vita eterna”.

Non resta che leggerlo…