La fotografia ha fatto il giro del mondo. Mostra un bambino siriano di cinque anni nato senza arti. Lui si chiama Mustafà, la malattia che l’ha colpito tetra-amelia. Sarebbero stati i gas inalati dalla madre in attesa del piccolo durante i bombardamenti di Assad a provocare le malformazioni. Di quei bombardamenti anche il padre, Munzir, porta i segni: gli è stata amputata una gamba. Grazie a una foto, si è potuto conoscerli, intercettarli e mettere in piedi una rete di solidarietà e accoglienza che da pochi giorni li ha portati in Italia, a Siena. Ma “non basta, però, fare collette di generosità: adesso dobbiamo dare loro gli strumenti per costruirsi una nuova strada verso il futuro”, afferma l’arcivescovo della città Augusto Paolo Lojudice [Continua]