(a.m.) Ricordo bene il lungo assedio a De Lubac, via il paziente segretario pere Aubret, per ottenere una intervista dall’anziano teologo che viveva il suo ritiro nella casa dei gesuiti di Rue Grenelle, a Parigi. Poi la risposta affermativa e l’attesa del momento di maggior lucidità del padre conciliare per realizzarla, la preparazione cui si dedicò Angelo Scola, allora teologo alla Pontificia Università Lateranense, il viaggio a Parigi con lui, il lungo colloquio con De Lubac che non volle accettare il registratore, la ricostruzione delle sue risposte – rigorosamente in francese – nel corso di una notte trascorsa nella stanza di un hotel, l’invio della bozza dell’intervista perché De Lubac potesse rivederla, il ritorno del manoscritto dopo lungo tempo, corretto e ampliato con accuratezza e grande impegno dall’emerito intervistato.
Con Balthasar fu più semplice. Ricorrevano i 20 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II (8 dicembre 1965) e in redazione, quella della rivista 30Giorni, decidemmo un programma di grandi interviste con i protagonisti di quell’evento ecclesiale. Il teologo svizzero non poteva mancare e accettò. Anche in questo caso Scola condusse il dialogo con molta profondità.
Adesso le due interviste sono state pubblicate congiuntamente dalla casa editrice Cerf in Francia e da Itaca in Italia con il titolo “Conversazioni sulla Chiesa”.
Il cardinal Scola si chiede, introducendo il nuovo libro, se abbia «veramente senso ripubblicare due testi che hanno ormai quasi quarant’anni di vita, stanti tutti gli eventi succedutisi in questi decenni nella Chiesa e nella società?». Di seguito si può leggere la sua risposta…