Il cuore, innanzitutto

Una lettrice di Morte di un benzinaio di provincia ha scritto alcune considerazioni personali dopo aver letto il romanzo, che pubblico di seguito. Nomina anche un sacerdote, Don Francesco Ricci, e lo indica come la ragione della sua decisione di leggere il romanzo. Ricci è un indomito sacerdote di Forlì, scomparso nel maggio del 1991, dopo una vita spesa in continenti diversi per annunciare Cristo. A lui ho dedicato molte pagine di un altro libro che si intitola Tierra prometida.

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(Stefania Barbieri). Ho deciso di leggere questo romanzo innanzitutto perché l’autore ha condiviso con me un padre, don Francesco Ricci, che mi ha instillato il desiderio di conoscere e capire realtà lontane geograficamente che man mano scoprivo vicine umanamente. E quando ho letto Tierra prometida ho ritrovato il senso di questa vicinanza.

“Morte di un benzinaio di provincia” mi ha riportato indietro di quasi 50 anni quando le madri di Plaza de Mayo mi commuovevano, quando don Francesco mi diceva che il cuore dell’uomo è dove Dio parla e che è uguale dappertutto, dall’est all’ovest.

Andando avanti nella lettura è questo che mi ha colpito: la capacità dell’autore di “guardare” il cuore, sia dei personaggi sia dei lettori. Infatti, le riflessioni del giornalista Duran diventavano man mano le mie e, prima della fine avevo già capito come sarebbe finito; capito non come la soluzione di un giallo ma come il riconoscimento di scelte (dei vari protagonisti) fatte col cuore.