Pubblico l’ultimo capitolo di Non avere paura di perdonare edito in Italia da Rai-Eri nel 2016. L’ho scritto con Andrea Tornielli conversando con il sacerdote cappuccino Luis Dri, più volte nominato da Bergoglio dopo l’elezione a Papa. Per una sola ragione. Padre Dri ha passato l’intera vita in confessionale. Oggi ha 95 anni e continua a confessare tutti i santi giorni in una basilica di Buenos Aires. La sua vita è rocambolesca, senza mai essersi allontanato dal confessionale. Vi accenna nell’ultimo capitolo, quello che ho scelto di riproporre in questa Quaresima tormentata: “Da guardiano di mucche a confessore del Papa”. A chi venisse voglia di leggere tutto il libro non ha che da scaricarlo nelle piattaforme di libri on line.
(Luís Dri) Ho iniziato le considerazioni di questo libro sulla confessione e sulla mia vita di confessore il giorno in cui la liturgia faceva ricorrere la festa di San Giovanni Battista, il precursore fedele che ha dato la vita per Gesù e le termino nel giorno di Maria Maddalena che Papa Francesco ha da poco elevato da memoria obbligatoria al grado di festa. Il Papa ha preso questa decisione «per significare la rilevanza di questa donna che mostrò un grande amore a Cristo e fu da Cristo tanto amata» ha spiegato un suo stretto collaboratore.
Maria Maddalena, chiunque ella sia, la prostituta su cui si è attestata la tradizione più consolidata della Chiesa o l’impiegata domestica dell’epoca nella casa di un fariseo benestante che bagna e asciuga i piedi di Gesù con le sue lacrime. Maria Maddalena compare nel momento in cui Gesù fa conoscere pubblicamente la missione che gli ha affidato il Padre e lo accompagna – come attestano i Vangeli – nel momento conclusivo della sua vita, quando cammina verso il Calvario e lei lo osserva da lontano. È poi presente quando Giuseppe d’Arimatea depone il corpo di Gesù nel sepolcro, che viene chiuso con una pietra. Dopo il sabato, al mattino del primo giorno della settimana – si legge al capitolo 20 del Vangelo di Giovanni – torna al sepolcro quando ancora è oscuro, in un momento sembra di capire in cui l’alba non è ancora iniziata e la notte non è terminata: è la prima a vedere che il sepolcro è vuoto. Lo dice agli altri che corrono a constatarlo. Un po’ perché forse non si fidavano completamente delle parole di una donna con il suo profilo pubblico potremmo dire, un po’ perché la cosa è talmente inverosimile che vogliono vedere con i loro occhi. Una volta comprovato che Maria Maddalena aveva ragione, gli uomini ancora una volta se ne vanno. Lei no, resta sul posto e piange. Sant’Agostino commenta che quanto più attendeva più ardente era il suo amore, il suo desiderio di incontrarsi con l’amore della sua vita. Quando poi nota gli angeli dice loro di non sapere dove sia stato posto il corpo del Signore. Poi vede Gesù ma non lo riconosce, pensa sia il giardiniere o il custode del giardino e quando Lui le chiede il motivo di quelle lacrime e chi stia cercando, lei risponde: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Una domanda più che sensata considerando l’accaduto. Questi dapprima le si rivolge in modo generico, donna le dice, poi la chiama con il suo nome, Maria, e lei lo riconosce: “Maestro mio”.
Ci sono artisti della tradizione pittorica cristiana che hanno trattato Maria Maddalena come se fosse la figura femminile speculare a quella maschile di Giovanni Battista. In genere viene anche raffigurata con abiti simili a quelli del Battista oppure è coperta solo dai capelli.
Tra la festa liturgica del Battista e quella di Maria Maddalena ho cercato di raccontare nel migliore dei modi qualcosa della mia vita trascorsa in buona parte all’interno di un confessionale. Dio saprà cosa fare di questa fatica a cui sono stato convinto a sottopormi nella persuasione – di chi l’ha voluta – che potesse aiutare a capire il valore della confessione nell’anno che Papa Francesco a assegnato alla misericordia. Per viverla più consapevolmente. La misericordia è un messaggio di vita, di amore, senza il quale il mondo affonda nella tristezza e nella violenza.
Le cose che precedono, tutte, sono un dono che il Signore ha fatto alla mia vita da un certo momento in avanti, quando mi ha chiamato sulla strada della vocazione religiosa. Posso ripetere con il profeta Amos nel capitolo 7: “Io non sono profeta né figlio di profeti; sono un semplice pastore e coltivatore di fichi”. Per la verità sono stato qualcosa di più in gioventù, guardiano di mucche, di maiali e di pecore nella provincia argentina dove sono nato e cresciuto. Il Signore ha fatto tutto, si è manifestato ampiamente nella mia vita. Per questo mi è sembrato provvidenziale che le prime battute di questo libro siano iniziate sotto il segno del Battista, perché il protagonismo non può essere di chi segue o precede e meno che meno mio che sono un povero frate che non ha eccellenze da vantare davanti al mondo, e si concludano con Maria Maddalena avvinta alla misericordia del Signore al di sopra dell’attaccamento al proprio peccato.